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Il nome Maometto*

METATESI VOCALICA.

All'origine del nome italianizzato del profeta Muhàmmad, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, c'è un fenomeno linguistico che si chiama METATESI.

La parola, che viene dal greco antico: mèta = preposizione (TRANS) e il verbo tìzemi (PORRE) che significa (TRASPORRE) per cui la parola è trasposizione.

Questo fenomeno consiste nella trasposizione di lettere (che rappresentano suoni) all'interno di una parola.

Ecco come si verifica il fenomeno nel passaggio dall'originale arabo MOḤAMED nell'italiano MAOMETTO: la vocale A si posiziona al posto della vocale O cha passa a occupare la posizione della A: MAḤOMED.

Il suono sonoro della consonante (dentale esplosiva) finale D si trasforma nel suono sordo della consonante (sempre dentale esplosiva) T = MAḤOMET; alla parola così formata viene aggiunta la desinenza O con il raddoppiamento eufonico della T finale; (in turco MehmeT).

Cade la Ḥ che in italiano è muta e si arriva così a MAOMETTO.

In antico la Ḥ (acca gutturale) viene resa con il CH (MACHOMET) (Es. RACHMANINOV che viene da RAḤMĀN).

Poi il CH cade e viene aggiunta la desinenza maschile O dopo il raddoppiamento eufonico della T.

Non c'è niente di spregiativo nell'uso del nome proprio del Profeta, che Allàh lo benedica e l'abbia in gloria, in lingua italiana, da parte di non Musulmani.

Va da sé che i Musulmani hanno il dovere di pronunciarlo nella lingua araba: MUḤÀMMAD (con l'accento sulla prima A e non MUḤAMMÀD (con l'accento sulla seconda A).

Il fenomeno della METATESI si trova anche nel passaggio dal "latino" all' "arabo".

Qualche settimana fa il Papa ha fatto una visita in Libano.

Tutti sanno, o quasi, che il Libano ha una capitale, il nome della quale è Beirut e i Palestinesi hanno motivo di ricordarlo dato che nella sua periferia c'erano i campi profughi di Sabra e Shatila, dove i miliziani cristiano‑maroniti della Falange, hanno commesso l'esecrabile eccidio, come ricordato nel nostro numero precedente.

Ebbene il nome BEIRUT è il risultato di una metatesi vocalica.

Il nome della città fenicia che si trovava dove ora è la città non lo sappiamo, ma sappiamo quello greco (BERITOS) e quello latino (BERITUS).

Quando quell'area geografica venne liberata dal dominio bizantino nel 638 dell'era volgare ad opera dell'Islàm arabofono, gli Arabi liberatori, spontaneamente, operarono questa metatesi: La lettera I (che viene dopo R) si trasferisce prima della R; la lettera U si trasferisce prima della T, la S desinenziale cade.

Ecco come nasce il nome arabo della capitale del Libano: BEIRUT.

Nell'articolo che, nel numero precedente, porta il titolo di LA MISERICORDIA NELL'ISLAM si parla della "misericordia di Amr ibn al‑As" il liberatore dell'Egitto dal dominio bizantino.

La capitale dell'Egitto, allora, era ALEKSANDRIA (suono della scritta ALEXANDRIA), e il suo nome deriva da quello del fondatore Alessandro (Alexander) Magno, il Macedone [alcuni lo identificano con il coranico dhū‑l‑Qarnàyn = il Bicorne].

Nel passaggio dal greco all'arabo ALEKSANDER per metatasi della lettera S da dietro la K a davanti a essa diventa ALESKANDER per cui in arabo il nome della città da lui fondata si trasforma in ALESKANDARIYAH.

N.° 175

Dhu-l-Higgiah 1433
Ottobre 2012

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